Exhibition - Biblioteca Nazionale Universitaria

Origini.

Un progetto interculturale e inter artes.

Mostra a cura di: Alessandro Vitale Brovarone, Chiara Lombardi, Alessandra Mascia, Luce Berta, Mattia Cravero, Michela Del Savio, Pierandrea Martina, Valentina Monateri, Marta Romagnoli, Cristiano Ragni. Con la consulenza del dott. Giovanni Saccani (Biblioteca Nazionale Universitaria Torino-Società Dante Alighieri).

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Come le diverse culture del mondo hanno raccontato le origini dell’universo e della loro civiltà? Come hanno continuato, nel tempo, a rappresentarle e a figurarle? Come dialogano le cosmologie immaginate con la scienza? Quale utilità sociale, culturale e individuale hanno queste narrazioni e quale funzione ha Torino in questa grande storia universale? A partire da queste domande si è sviluppato un progetto interdisciplinare tra le letterature, le arti e le scienze che vede protagonista la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con l’esposizione di importanti opere del suo ricco patrimonio, di Bibbie, pregiati testi a stampa e manoscritti.


I percorsi espositivi

1. Le origini nel mondo biblico e classico –

Origins in the Biblical and Classical World

Nel mondo occidentale esistono due modelli di pensiero fondamentali per immaginare e rappresentare le origini: quello della creazionista della Bibbia, in cui Dio crea ex nihilo, e quello non creazionista, autogenetico e demiurgico (Esiodo e Platone), del mondo greco e latino. Questi modelli dialogano e si confrontano con quelli elaborati nelle altre culture del mono e si confrontano con un’ulteriore domanda: che cosa c’è prima dell’origine? L’abisso, il caos, il nulla? Il percorso comincia dall’esposizione di alcuni esemplari di Bibbie di particolare pregio e culmina con la riproduzione di due tra i rari manoscritti del Mondo creato di Torquato Tasso (N. I. 1; N. VI. 28), esempio di sublime corrispondenza tra creazione divina e creazione poetica.

2. Le origini nelle culture del mondo: miti, mitologemi e simboli –

Origins in World Cultures: Myths, Mythologems, and Symbols

La domanda sulle origini riguarda tutte le culture del mondo e interessa il campo della mitologia comparata, la cui fondazione è attribuita al filologo Max Müller, di cui la Biblioteca Nazionale possiede preziosi esemplari. Questo grande racconto si sviluppa intorno ad archetipi, immagini o forme di rappresentazione mentale primigenie (Jung), e mitologemi, nuclei mitologici e simbolici di ampia diffusione, come la scoperta del fuoco, l’Eden o il diluvio. Il furto del fuoco, ad esempio, è un atto d’astuzia: una sottrazione della tecnica, della sapienza, della conoscenza al divino, per restituirla all’uomo. È la causa prima della ribellione umana contro il cielo. Il mito greco racconta che quando il re degli dèi vide brillare, dall’alto dell’Olimpo, il bagliore del fuoco in tutte le case, capì di essere stato ingannato da Prometeo. Così il fuoco arriva ad assumere, fin dalle radici della cultura occidentale, uno e molti significati. Dall’immortale Utnapishtim nell’Epopea di Gilgameš, passando per il racconto di Deucalione nella mitologia greca, fino alla figura biblica di Noè costruttore dell’arca, invece, il diluvio simboleggia da sempre un nuovo inizio per questi personaggi. Dopo l’inondazione, al sorgere del sole, un nuovo patto tra l’umano e il divino viene formulato. Il diluvio rappresenta un’altra chance: una nuova origine offerta al mondo. I volumi esposti ricostruiscono dunque un percorso interpretativo dei vari significati che questo mitologema può assumere. Tra gli altri, figurano un’edizione del 1755 dell’Histoire du peuple de Dieu depuis son origine jusqu'à la venue du Messie dello storico gesuita Isaac-Joseph Berruyer, che amplia e reinterpreta il racconto del diluvio; e la ri-scrittura seicentesca del predicatore e teologo napoletano Antonio Glielmo Il diluvio del mondo, in edizione moderna con una nuova traduzione e nota critica a cura di Luisella Giachino (2016).

3. Il corpo che si svela: l'origine del modello perfetto e l'origine del modello mostruoso – The Unveiling Body: the Origin of the Perfect Model, and the Origin of the Monstrous Model.

L’uomo è creato perfetto? Da una parte, secondo il racconto biblico all’origine l’uomo è fatto a immagine e somiglianza del suo creatore (Gen.1:26-27). In questo senso, lo studio anatomico può aiutare a riconoscere il modello perfetto da cui il corpo discende, da parte sua, l’estetica artistica ha influenzato sin dalle origini l’illustrazione anatomica. Nel Rinascimento, la grande stagione dei trattati anatomici illustrati, il corpo è svelato nel De humani corporis fabrica (1543) dell’italiano Andrea Vesalio o nell’opera dello spagnolo Juan de Valverde, di cui qui si espone l’edizione veneziana dedicata ai duchi di Savoia del suo Anatome corporis humani (1588).

Se la perfezione anatomica avvicina al modello divino di cui l’uomo è il riflesso, tuttavia, è ben più complesso raccontare l’anatomia dello spirito. Lo testimoniano alcune raccolte di emblemi come: i Pia Desideria (1657) del gesuita Herman Hugo o la Lux evangelica (1656) del gesuita tedesco Heinrich Engelgrave.

Dall’altra parte, all’origine delle origini, al momento della creazione o della generazione ed evoluzione spontanea della vita, non tutto andò secondo le regole. Empedocle, Lucrezio e Ovidio, nelle loro cosmogonie, raccontano di ibridi ed esseri orripilanti, descrivono figure deformi, leggendarie creazioni sbagliate a metà tra forme viventi e obbrobri. Ulisse Aldrovandi, nella sua Historia animalium, ha invece tentato di dar loro volto e corpo: nei suoi avvincenti disegni, legando fantasia, mostruosità e intuizione scientifica, le ha ritratte nel tentativo di dimostrare le infinite e multiformi possibilità della vita per come non la conosciamo.

Come in una Wunderkammer barocca, quindi, il teatro della creazione si offre nella varietà del lontano, dell’inconsueto o del mostruoso nelle illustrazioni, realizzate con perizia anatomica, per la Monstrorum historia di Ulisse Aldrovrandi; qui nella prima edizione bolognese del 1642. Come in uno specchio deformante, lo slittamento figurativo del tema anatomico in patologico, e quindi mostruoso, è evidente anche nelle incisioni che accompagnano il compendio di difformità anatomiche del medico tedesco Johannes Schenck von Grafenberg: Monstrorum historia memorabilis (1609).

4. Le origini della scienza, delle lingue, delle letterature –

The Origins of Science, Languages, Literatures.

Da Darwin in poi la teoria secondo la quale l’origine dell’uomo è da ricercarsi nell’evoluzione e non nella creazione diventa di dominio pubblico. Torino sarà la prima città d’Italia a recepire le teorie darwiniane, pruomuovendone la discussione e lo sviluppo grazie al lavoro di studio e divulgazione da parte di zoologi di fama internazionale. In questo contesto, particolarmente significativa è l’opera L'uomo e le scimie. Lezione pubblica detta in Torino la sera dell'11 gennaio 1864, in «Il politecnico: repertorio mensile di studj applicati alla prosperità e coltura sociale» 21 (1864), pp. 5-32.

La ricerca delle origini delle lingue e delle letterature, inoltre, è uno degli assi portanti delle discipline linguistiche, filologiche e letterarie tra XIX e XX secolo. Anche qui Torino gioca un ruolo chiave nel panorama culturale italiano ed europeo in un periodo che idealmente va dal primo insegnamento accademico del sanscrito, nell’Ottocento, alla prima cattedra di una letteratura straniera moderna (quella francese) in Italia, nel Novecento. Si segnala la Lettera di Arturo Graf a Giovanni Flechia del 17 aprile 1882 sulla situazione dello studio della letteratura italiana a Torino.

5. Nuove origini e rinnovamenti tra utopia e politica.

New Origins and Renewals between Politics and Utopia.

E io vidi un nuovo cielo e una nuova terra. Il sole nascente, annunciatore di un futuro radioso di libertà ed emancipazione, illumina la traiettoria dei movimenti socialisti e comunisti italiani tra Ottocento e Novecento. Simbolo di rinascita, rappresenta un nuovo inizio storico e politico, e splende sulle bandiere, sui diplomi delle associazioni, sulle prime pagine dei giornali e sui documenti, incarnando quei valori civili ed eroici attorno ai quali si raccolgono i lavoratori dell’Italia unita. Immagini e simboli del mutuo soccorso: fondi iconografici nelle società di mutuo soccorso torinesi a cura di Gera, Robotti e Rosci, ne è l’emblema: il volume non è nuovo al pubblico, il Salone del libro nel 2016 aveva organizzato un incontro sulla cultura della solidarietà e in particolar modo sui libri che parlavano delle società di mutuo soccorso e fra quelli selezionati c'era anche questo. Il volume è un documento di grande valore per comprendere la simbologia utilizzata dalle associazioni torinesi fra Ottocento e Novecento e permette di ricostruire, insieme ai giornali e agli altri libri esposti, l'immaginario e gli ideali dei lavoratori a cavallo fra i due secoli.

Infine, a seguito uno spoglio di circa 4000 volumi contenenti un riferimento alle origini o all’origine nel catalogo della Biblioteca Nazionale di Torino, si è deciso di esporre una selezione di circa cento volumi che variamente re-interpretano, si interrogano e indagano l’origine. Lo scopo di quest’esposizione è di dimostrare come un approccio quantitativo all’indagine bibliografica possa aver favorito un ampliamento degli orizzonti di ricerca, un’analisi numerica dei dati a disposizione e una visione il più possibile oggettiva dell’indagine scientifica sul tema delle origini. Al visitatore si offrono quindi due torri, due babeli di volumi che dimostrano come l’origine rappresenti un tema standard della scienza testuale in ogni ambito. Tra gli altri, particolarmente rilevanti risultano i volumi di Gottlob Frege: Alle origini della nuova logica (1983); Erich Neumann: Storia delle origini della coscienza (1978); Weiner, Joseph Sidney, L'origine dell'uomo (1974).

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L'origine e il dono


L’origine della Biblioteca Nazionale di Torino è indissolubilmente legata al concetto di dono in ambito culturale e alla congerie di idee innovative che gravitarono intorno alle figure di Vittorio Amedeo II di Savoia e di Scipione Maffei.

Quanto è remota la dimensione del dono oggi che il fare e l’avere prevalgono sul dare e sull’essere, oggi che anche i rapporti sono concepiti in un’ottica utilitaristica. In ambito culturale, tuttavia, non esiste “dare per avere” né “dare per dovere”. Si dona in virtù di un principio di fraternità: donazioni e lasciti costituiscono le fondamenta dei rapporti tra mondo delle arti e istituzioni, enti pubblici e privati. Il “dono” può essere inteso nei termini di un bene relazione attraverso il quale la fiducia tra soggetti diversi prende corpo nel segno di un principio di fraternità alternativo alle logiche del “dare per avere” e del “dare per dovere”.

Scipione Maffei, su richiesta del sovrano in una bella lettera datata 20 febbraio 1718, dona un suo parere sull’ordinamento della Regia Università di Torino e della futura “Insigne Regia libreria”: “...ciò che può esser corona di tutta l’opera e che può finire di render Torino un seminario di dotti, e un emporio di buoni studi. Ciò sarà con instituire un’insigne e Regia Libreria Pubblica...un Maestro insegna una professione ed i libri le insegnano tutte: un maestro è spesso un uomo mediocre e in una biblioteca possiamo scegliere i migliori del mondo, non c’è però più util maestro di un dotto bibliotecario, che in una gran libreria ci indica, in ogni materia, i migliori volumi”.

Accogliendo le idee del dotto studioso il sovrano sancì con le Regie Costituzioni del 25 ottobre 1720 l’origine della Biblioteca normando il funzionamento dell'Università Torinese.

La biblioteca iniziò operativamente la sua attività nel 1723 con la donazione di oltre 20.000 libri provenienti da tre importanti fondi librari presenti in città: i libri del Comune, la raccolta della Regia Università e i libri della Biblioteca Ducale.

Nel corso del primo Novecento la Biblioteca andò incontro a diverse avversità a partire dall’incendio del 1904, che devastò buona parte dei suoi antichi e preziosi fondi manoscritti. All’epoca il fatto mosse le coscienze della cultura italiana ed europea cui seguì un’immediata gara di solidarietà per cercare di reintegrare in qualche modo le perdite. Repentina fu la costituzione di una commissione incaricata di attuare i provvedimenti necessari per il recupero e l’identificazione del materiale danneggiato e venne costituito un laboratorio per il restauro.

La piccola selezione prevede di raccontare attraverso testi e riproduzioni le origini della Biblioteca e della cultura del dono.